L'integrazione della carnitina come aiuto ergogeno ha mostrato
risultati differenti.
Per esercizi submassimali (a bassa intensità), la carnitina
sembra avere poco o nessun valore nell' aumentare la performance.
Tuttavia, la somministrazione di L-carnitina sia in acuto (immediatamente
prima dell'esercizio fisico) che in cronico (>uguale 7 giorni di
dosi giornaliere) a dosi superiori ad 1 gr./giorno è stata
associata ad alcuni benefici nel metabolismo e nella performance dell'esercizio,
quando questo era sufficientemente intenso.
In alcuni studi, ma non in tutti, che misuravano questi parametri,
sono stati osservati, durante l'esercizio, una diminuzione della frequenza
cardiaca per un dato carico di lavoro, un migliorato VO2max, un migliorato
uso dei lipidi come carburante e la stabilizzazione delle fluttuazioni
del metabolita della carnitina. Cinque studi hanno riportato
un miglioramento della performance dell'esercizio fisico dopo integrazione
della carnitina (disponibili).
Due studi non hanno evidenziato variazioni nella performance dell'
esercizio fisico. Uno di questi studi potrebbe non riprodurre, in
una seconda prova, i risultati iniziali sull'aumento del tempo dell'esercizio
submassimale.
Quindi, è evidente che prendendo semplicemente molti grammi
di L-carnitina al giorno non si migliorerà automaticamente
la performance dell'esercizio di una quantità misurabile. Il
fatto che alcuni studi abbiano mostrato effetti ergogeni vuol dire
che la carnitina può essere efficace in alcune condizioni ma
non in tutte. Questa conoscenza, associata alla sicurezza di grandi
dosi di carnitina, indica che sono giustificate ulteriori ricerche
sugli effetti dell'integrazione della carnitina sugli atleti.
Un logico allargamento delle attuali ricerche è quello che
intende determinare quali tipi di esercizio fisico, quale dosaggio
della carnitina e quale stato d'allenamento degli individui potrebbero
dare effetti ergogeni riproducibili.
Ancora, non sono stati studiati gli effetti combinati dell'integrazione
della carnitina, dell'esercizio fisico e di una dieta povera di grassi,
rispetto a quelli dell'esercizio fisico e di una dieta povera di grassi,
sulla percentuale di grasso corporeo di uomini allenati o non. Questa
potrebbe rappresentare un'altra applicazione pratica dell'integrazione
di carnitina, basata sui risultati conosciuti sino ad oggi.
E' necessaria una certa attenzione per quanto concerne la forma di
carnitina usata per l'integrazione. La DL-carnitina, che è
molto meno costosa della L-carnitina, ha evidenziato la capacità
di causare debolezza muscolare. Per questo motivo, la DL-carnitina
è oggi meno disponibile come integratore. In studi futuri dovrebbe
essere usata solo la L-carnitina in modo da evitare la potenziale
tossicità della forma D.
Di particolare interesse è l'uso della carnitina in pazienti
con gravi malattie cardiovascolari o polmonari. L'integrazione della
carnitina non è stata mai associata ad effetti collaterali
o interazioni con le terapie convenzionali ed ha aumentato la performance
fisica di questi pazienti in maniera riproducibile.
Numerosi studi suggeriscono che l'integrazione della carnitina può
migliorare la compliance dei pazienti verso un programma di esercizi
fisici prescritto per loro o ridurre i sintomi del dolore dovuto all'esercizio.
Naturalmente, prima di prendere la decisione di somministrare carnitina
ad alcuni pazienti dovrebbe essere richiesto il consiglio del medico.
La carnitina è promettente come aiuto ergogeno per esercizi
fisici intensi.
La CARNITINA (ac. B idrossi-V trimetil ammino butirrico o Vitamina
BT) deriva dall'acido butirrico. La sintesi avviene nel fegato a partire
dagli aminoacidi lisina e metionina, in presenza di cofattori quali:
ferro, vitamina PP, vitamina B6 e vitamina C.
La CARNITINA influisce sul meccanismo aerobico di ossidazione
degli acidi grassi.
La principale funzione della CARNITINA è di assicurare
il trasporto, attraverso la membrana mitocondriale, dove si produce
l'energia, degli acidi grassi composti ad alta energia verso il loro
sito di ossidazione metabolica, con produzione di energia immagazzinata
come ATP.
La CARNITINA inoltre assicura il mantenimento del rapporto
coenzima A legato/coenzima A libero, l'eliminazione del surplus tossico
di acetil CoA, la produzione di energia metabolica a partire dai corpi
chetonici, dal piruvato e dagli aminoacidi (compresi i ramificati),
la regolazione dell'ammoniemia, l'incremento della lipolisi e della
termogenesi; pertanto ostacola la produzione di acido lattico e l'insorgenza
della mioglobinuria.
La carenza di CARNITINA diviene un fattore limitante soprattutto
negli sforzi muscolari lunghi, durante i quali viene consumato glucosio
al posto degli acidi grassi liberi plasmatici ancora disponibili.
LA CARENZA DI CARNITINA PUO' ESSERE SUDDIVISA IN ...